Il 13 maggio 1950 segna l'inizio del primo campionato del Mondo di Formula 1.
Le corse automobilistiche esistevano, ormai, da più di mezzo secolo ma solo sul finire degli anni '40 si pensa di realizzare un campionato a livello mondiale.
La stagione termina il 3 settembre dopo sole 7 gare con solo una tappa fuori dall'Europa, la 500 miglia di Indianapolis.
Nessun pilota europeo, però, partecipò alla gara oltreoceano e nessun pilota americano partecipò a quelle europee.
La stagione fu dominata interamente dalla Scuderia Alfa Romeo, che, pur correndo con la 158 costruita nel 1938, vinse tutte le gare europee conquistando con Nino Farina il primo campionato della storia e piazzando gli altri piloti nelle prime 5 posizioni.
I magnifici 3F
In quest'immagine possiamo vedere la griglia di partenza del Gran Premio di Monza, possiamo subito notare come le vetture partivano una accanto all'altra e non a righe sfalzate come oggi, inoltre, le auto appaiate erano ben quattro.
C'è da sottolineare il gran numero di persone presenti in griglia al momento della partenza.
Il GP di Monza è l'ultimo dell'anno del debutto, ma ancora il titolo non è stato assegnato, i contendenti sono i 3F: Fangio, Fagioli e Farina.
La prima mondiale
Questa fotografia è stata scattata al Gran Premio di Gran Bretagna del 1950 e raffigura Nino Farina.
A Silverstone si svolse il primo Gran Premio della storia della Formula 1.
Farina, sull'Alfetta 158 costruita prima della guerra, conquistò la pole, stabilì il giro più veloce e vinse la gara, a fine stagione si laureò primo campione del Mondo della storia.
Oltre all’Inghilterra, Farina vinse anche i Gran Premi di Svizzera e d’Italia marcando anche il miglior tempo sul giro veloce.
Anche i reali inglesi alla prima
Il Gran Premio di Gran Bretagna, il primo della storia, vide la presenza e la benedizione della famiglia reale inglese.
In questo storico scatto possiamo vedere la Principessa Margaret, sorella della Regina Elisabetta II, in primo piano, dietro di lei possiamo scorgere Lord Mountbatten intento a stringere la mano ad un giovane Stirling Moss.
Alla manifestazione, inoltre erano presenti Re Giorgio VI, dietro lord Mountbatten, e la Regina Madre Elisabetta, di spalle.
Il secondo anno di Formula 1 prevede 8 gare, 7 europee e la 500 miglia di Indianapolis.
Anche nel 1951 l'Alfa Romeo ha la meglio sulle altre vetture permettendo a Juan Manuel Fangio di vincere il suo primo titolo mondiale, senza, però, dominare come l'anno precedente.
Il 14 luglio al Gran Premio di Silverstone la Ferrari vince il suo primo Gran Premio della storia replicando il successo con due vittorie nelle seguenti gare.
La stagione è costellata di successi italiani con Alfa Romeo e Ferrari che si spartiscono il bottino delle 7 gare europee.
Il 1951 sarà, però, l'ultimo anno dell'Alfa Romeo che si ritirerà dalle corse facendo qualche apparizione come motoristi negli anni '60 per poi tornare come costruttori nel 1977.
La prima bandiera a Maranello
Questo scatto è di sabato 14 luglio 1951 al Gran Premio di Gran Bretagna, una data storica per l'automobilismo perchè José Froilán González porta la Ferrari al primo successo iridato della sua storia.
González vince davanti a Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo e Luigi Villoresi su Ferrari.
Al traguardo stremati
Negli anni '50 le gare erano lunghe e faticose e non era possibile tenere l'acqua in auto, per questo i piloti arrivavano al traguardo estremamente stanchi e molte volte non si reggevano in piedi.
Qui possiamo vedere i meccanici Alfa aiutare Farina a dissetarsi al traguardo.
Il nuovo motore Ferrari
Durante la stagione 1951 la Scuderia di Maranello porta un'evoluzione del motore V12 raggiungendo la cilindrata massima consentita con un V12 da 4500 cm³.
Il motore, montato sulla nuova Ferrari 375 F1, ha consentito, alla squadra di Maranello, di competere alla pari con la nuova Alfetta 159.
La federazione cerca di ridare interesse ad una competizione che, dopo il ritiro dell'Alfa Romeo rischiava di diventare un monologo della Ferrari, con una difficile ma azzeccata decisione, correre con le vetture di Formula 2, che potranno montare un motore di 2.000 cm³ senza compressore o un motore di 500 cm³ con compressore.
La stagione viene comunque dominata dalla Ferrari che vince tutte le gare, eccetto la 500 miglia di Indianapolis, la prima con Taruffi e le altre con Alberto Ascari, che pur saltando la prima gara per prepararsi a correre la 500 miglia di Indianapolis, a fine stagione diventerà campione del Mondo.
Al campionato, oltre ad Alfa Romeo, non partecipa neppure Fangio reduce da un incidente in una gara a Monza, non valevole per il Campionato del Mondo, il pilota, per via di una frattura alla vertebra cervicale dovette fare diversi mesi di riposo assoluto.
Il rifornimento
Fin dalla prima stagione fu introdotto il sistema di rifornimento per le auto, qui i meccanici Alta riforniscono la Formula 1 di Whitehead.
Curioso come l'ultima volta in cui in Formula 1 sono stati ammessi i rifornimenti (2009), il pit stop durava all'incirca 8 secondi mentre all'epoca poteva durare anche 5 minuti.
Il pit stop per il pilota
Come abbiamo visto sopra, le gare erano molto lunghe e faticose e alcuni piloti preferivano sprecare qualche secondo in più al pit stop, che all'epoca non significava molto come oggi, per dissetarsi.
Questo è il caso di Rudolf Fischer che al Gran Premio di Gran Bretagna si disseta a bordo della sua Ferrari 500.
La passione degli italiani
Anche negli anni '50 gli italiani non vedevano l'ora del GP di Monza per incontrare i loro eroi, in questo caso sono Mike Hawthorn e Alberto Ascari, che regalano ai tifosi una foto ricordo.
All'epoca l'accesso al paddock era libero, così tifosi di tutte le età potevano scambiare due chiacchiere con i piloti.
Anche nel 1953 la federazione predilige le vetture di Formula 2 ed è ancora dominio Ferrari che con il trio Ascari, Farina e Hawthorn vince 7 gare su 8.
Il titolo va ancora ad Alberto Ascari che si laurea campione con una gara di anticipo vincendone 5, ma non partecipando alla 500 miglia di Indianapolis.
La stagione segna il debutto della Maserati che schiera il campione Fangio vincitore dell'ultima gara e secondo in campionato.
Purtroppo, però, è la prima stagione di Formula 1 che conta dei decessi, quelli di Chet Miller e di Carl Scarborough.
Nei primi quattro anni di Formula 1 diventano tre i piloti italiani campioni del Mondo con due squadre italiane la Ferrari e l'Alfa Romeo.
Il campionato del 1953 fu il primo veramente globale, con un evento organizzato fuori dall'Europa o dagli Stati Uniti per la prima volta, il Gran Premio di Argentina.
La squadra meccanici
Purtroppo succede che durante una gara un pilota commetta un errore che lo mandi fuori pista, capita anche ai migliori.
Questo è il caso di Ascari che durante il GP di Monza, in una serrata lotta con Fangio, Farina e Marimón, finisce in testacoda e regala la vittoria a Fangio.
Qui vediamo la sua squadra di meccanici, in una classica tuta anni '50, che lo scortano al box.
Dite cheese!
Gran Premio d'Italia 1953.
All'epoca l'autodromo di Monza non era asfaltato, le auto sfrecciavano sui sanpietrini, non erano presenti guard rail e l'erba era incolta, quasi un Gran Premio di paese.
Anche i fotografi non erano protetti e potevano ritrarre le auto veramente da vicino.
Un'occasione molto ghiotta però molto pericolosa.
In quattro per una curva
Siamo sempre al GP d'Italia e questa sembra una fota posata ma in realtà non è così.
Quattro piloti, due scuderie e una curva chi uscirà in testa?
Piuttosto difficile prevederlo!
I piloti in questione sono tutti nomi noti, Giuseppe Farina e Alberto Ascari alla guida della Ferrari 500 e Juan Manuel Fangio e Onofre Marimón con la Maserati A6GCM-53.
Nel 1954 si ritorna al regolamento con le vetture di Formula 1 che portano motore a 2,5 litri.
La stagione vede il dominio di Juan Manuel Fangio lanciato verso il secondo titolo monidiale.
Fangio corre le prime due gare con la Maserati per poi trasferirsi alla debuttante Mercedes-Benz, vincendo in totale 6 delle 8 gare proposte.
La Casa di Stoccarda correrà alcune gare con una vettura carenata che ripresenterà, poi, nel 1955.
Il campione in carica Alberto Ascari decide di lasciare la Ferrari per il nuovo team Lancia.
L'auto, la Lancia D50, però, non fu pronta fino all'ultima gara del campionato e il pilota dovette rinunciare alla maggior parte della sua difesa del titolo.
Ciak! Si gira
Difficile non notare la particolarità di quest'immagine, non è un fotomontaggio!
Durante le prove del Gran Premio del Belgio un cameraman, veramente pazzo, ha deciso di salire direttamente a bordo per effettuare le riprese del film "The Racer".
Fortunatamente durante la gara, il cameraman, ha deciso di lasciare spazio alla sola telecamera, così avvenne il primo caso di una vettura conforme al regolamento ma partecipante fuori classifica, infatti De Graffenried partecipò ma non fu classificato.
Le auto diventano passeggeri
Il campionato di Formula 1 si sposta molto velocemente e il box va montato e smontato rapidamente.
Le auto devono viaggiare da un paese all'altro senza problemi, ma sapete come vengono trasportate le vetture di Formula 1?
Oggi è molto più facile ma all'epoca venivano letteralmente impacchettate e messe in un furgone, una sopra l'altra, pronte a viaggiare in giro per il Mondo.
Le due Mercedes, erano in lotta per il mondiale perciò era veramente importante che arrivassero a destinazione senza neanche un graffio.
L'abitacolo anni '50
Non tutti hanno la possibilità di vedere una Formula 1 dal vivo è, quindi, difficile scorgere le parti più nascoste dell'auto, soprattuto se ci troviamo negli anni '50 e le immagini televisive non sono granchè.
Eppure abbiamo la fortuna di avere avuto un fotografo che all'epoca ha immortalato l'abitacolo della Lancia D50.
Dall'immagine possiamo notare come il sedile era molto semplice rispetto ad oggi, niente fibra di carbonio, inoltre l'abitacolo era molto più largo e non c'erano protezione per i tubi di metallo che lo sostenevano.
Il 1955 è uno dei più tristi e disastrosi della storia dell'automobilismo.
La stagione viene dominata dalla Mercedes con Fangio che si laurea campione del Mondo per la terza volta.
Nel luglio 1955 si corre la 24 Ore di Le Mans che vede molti partecipanti del circus, durante la corsa ci fu uno degli incidenti più tragici della storia, in cui, oltre a Levegh, morirono 83 spettatori e ne vennero feriti 120.
La dinamica vede la Mercedes di Levegh inseguire la Jaguar di Hawthorn, che era in testa alla corsa, quando esso, dopo il doppiaggio di Macklin, frena all'improvviso per rientrare ai box, Macklin provando a frenare perde il controllo della sua vettura e si ritrova sulla traiettoria di Levegh che, tamponando Macklin, viene proiettato verso l'alto schiandosi sulle barriere e prendendo fuoco, con alcuni pezzi che volarono sulla tribuna piombando violentemente sugli spettatori.
In seguito all'incidente, molte gare della stagione furono cancellate.
Un tuffo nelle acque monegasche!
Curioso quanto particolare l'aneddoto riguardante il Gran Premio di Monaco del 1955.
Alberto Ascari finì in mare alla chicane del porto, in seguito ad una sbandata verso l'esterno, fortunatamente riuscì ad uscire dalla macchina inabissata, risalire a galla e raggiungere il sommozzatore tuffatosi in suo soccorso, in questa immagine possiamo vedere come l'auto venne recuperata.
Ascari, purtroppo, troverà la morte 4 giorni dopo sul circuito di Monza.
Onda anomala in circuito!
Possiamo vedere come la caduta di Ascari abbia provocato un'onda che ha allagato il circuito, i piloti sono stati colti di sorpresa e molti di loro hanno avuto sbandate.
Qui vediamo come meccanici e piloti spostano le auto ferme di traverso sulla pista.
Si tratta dell'unico caso in cui un pilota finì la sua corsa in mare, in seguito a questo particolare incidente vennero adottati dei guard rail e delle protezioni per impedire lo sbocco sul mare.
La sopraelevata monzese
La stagione 1955 viene corsa dalla Mercedes con un'auto carenata, in questo scatto le possiamo vedere affrontare la curva sopraelevata di Monza, una delle curve più pericolose e affascinanti del mondiale.
Viene percorsa in pieno per permettere alla vettura di restare incollata al suolo.
In seguito a diversi incidenti venne abolito l'uso dell'anello di velocità, in quegli anni, però, i piloti erano pazzamente coraggiosi e sfidavano la gravità andando al massimo.
Dopo aver vinto il campionato 1955, la Mercedes si ritira dalle corse come segno di rispetto per le vittime della tragedia di Le Mans.
In seguito a ciò, Fangio approda in Ferrari, che corre con la Lancia D50 ceduta dalla casa torinese in seguito all'abbandono dal Campionato Mondiale.
La stagione fu, forse, la più competitiva dalla nascita del campionato del Mondo e vide Fangio aggiudicarsi il quarto titolo mondiale dopo un'accesa battaglia con Stirling Moss e Peter Collins.
Proprio quest'ultimo nel GP di Monza scelse di fermarsi ai box e cedere la vettura al suo caposquadra, Fangio, ritiratosi per problemi, nonostante avesse anche lui l'occasione di vincere il titolo, questo gesto di sportività venne minimizzato da Collins, che affermò di avere ancora molte chance di vincere un titolo iridato essendo vent'anni più giovane di Fangio.
Il bacio della vittoria
In molti casi le mogli dei piloti amavano seguirli sulle piste per festeggiare con loro.
Una di queste è la signora Fangio che possiamo vedere in questa magnifica foto festeggiare la vittoria del pilota al Gran Premio di Gran Bretagna con un romantico bacio.
Un guerriero che dopo aver vinto la battaglia torna amorevolmente a casa.
Le prime pubblicità
Negli anni '50 i cartelloni pubblicitari erano presenti, ma rispetto ad oggi non avevano illustrazioni, solo delle scritte che esplicavano il contenuto in maniera diretta.
All'uscita della sopraelevata di Monza era presente un cartello che ci dice che solo grazie ad un mutuo della Cassa di Risparmio era stato possibile realizzare l'autodromo.
La curva più bella del mondiale
Stirling Moss con la sua Maserati 250F ci guida verso una delle curve più iconiche della Formula 1: Eau Rouge.
La curva presenta una salita con un dislivello di 40 metri fino alla successiva curva: Radillon.
L'Eau Rouge è la terza curva del circuito di Spa-Francorchamps che si percorre a velocità elevata e porta verso il rettilineo del Kemmel.
Anche nella stagione 1957 la spunta Fangio che, con l'approdo in Maserati, vince il suo quinto ed ultimo titolo mondiale staccando Stirling Moss di ben 15 punti.
Juan Manuel Fangio entra nella storia come il pilota più titolato rimanendo primo in classifica fino al 2003 quando Michael Schumacher vince il sesto titolo iridato.
Fangio vince quattro delle sette gare, tralasciando la 500 miglia di Indianapolis, ma la più famosa rimane l'ultima quella del Nürburgring dove, dopo aver preso quasi un minuto di distacco, sorpassa Mike Hawthorn e Peter Collins durante il penultimo giro riuscendo a vincere.
Questa fu l'ultima stagione nella quale furono possibili i cambi di pilota al volante durante il Gran Premio, cosa che permise a Fangio di vincere il suo quinto titolo nel 1956.
Si decolla?
In questo scatto possiamo ammirare come un'illusione ottica faccia sembrare che l'auto stia volando, in realtà è perfettamente incollata al suolo.
Inoltre possiamo vedere un primo utilizzo delle protezioni laterali e la totale assenza di spalti, mezzi di sicurezza e commissari al di là della staccionata.
Rivali ma amici
Ecco uno scatto che ritrare Juan Manuel Fangio, Peter Collins e Mike Hawthorn dopo la famosa gara del Nürburgring, nonostante l'accesa battaglia in pista i piloti vengono ritratti festanti sul podio mentre ridono tra loro.
Nella storia grandi nemici in pista si sono poi rivelati grandi amici nella realtà.
Il circuito più lungo del mondiale
Nel 1957 l'Italia diventa la prima nazione ad ospitare due Gran Premi iridati in una stagione, Monza e Pescara.
Proprio quest'ultima ha il circuito più lungo mai utilizzato in formula 1: ben 25 km e 795 metri.
Possiamo, inoltre, notare come gli spettatori a bordo pista siano in una posizione pericolosa.
Il 1958 entra nella storia come il primo ad assegnare anche il titolo costruttori vinto dalla Vanwall.
Nonostante vinse solo una gara, il campionato piloti venne vinto da Mike Hawthorn su Ferrari.
Gli altri sette appuntamenti europei vennero vinti da Moss, Trintignant, Brooks e Collins.
Quest'ultimo morì al GP di Germania proprio sotto gli occhi del suo grande amico Mike Hawthorn che decise di ritirarsi, prima però vinse e dedicò il titolo mondiale al compianto Peter Collins.
Sempre nello stesso anno si segna il decesso di Kraft Pat O'Connor, Stuart Lewis-Evans e il più famoso Luigi Musso.
Questa è di fatto l'ultima stagione in cui una vettura a motore anteriore domina la stagione.
I piloti possono essere amici?
Varie volte ci siamo posti questa domanda, insomma come è possibile che due rivali in pista siano in realtà due grandi amici, eppure Mike Hawthorn e Peter Collins lo erano.
In pista si divertivano a sorpassarsi ma sempre nel pieno rispetto, questo perchè all'epoca le corse erano veramente pericolose e nessuno voleva passare come colui che ha causato un incidente.
Fuori dalle piste, però, tutto viene dimenticato e i due piloti Ferrari diventano migliori amici.
Monaco è Monaco!
Monaco è una delle poche piste del mondiale che è rimasta invariata nel tempo, solo qualche piccola modifica.
In questo scatto vediamo come le auto sfrecciano tra marciapiedi e tifosi.
Negli anni i marciapiedi si sono trasformati in cordoli e sono state aggiunte le protezione, dunque una modifica veramente minima che permette ai piloti odierni di correre sulle stesse strade dei piloti di allora.
Amata e odiata, Monaco rimane una delle piste più iconiche del Campionato di Formula 1.
Il corpo dell'auto
Sul finire degli anni '50 abbiamo una fotografia che ritrae i meccanici caricare la Ferrari 246 sul camion che la riporterà a casa.
Come possiamo notare è sprovvista di scocca e volante, questo perchè venivano trasportati a parte insieme ad altri pezzi di ricambio, inoltre sullo sfondo si intravede un fotografo con una macchina fotografica anni '50.
Novità di quest'anno?
La prima vittoria di una vettura a motore posteriore, la Cooper-Climax di Stirling Moss.
L'ultimo anno del decennio si apre nel modo peggiore.
Mike Hawthorn, dopo il ritiro, trova la morte in un incidente stradale nella sua Inghilterra e la Vanwall decide di ritirarsi perchè il titolare, Tony Vandervell, era rimasto profondamente sconvolto dalla scomparsa del giovane Lewis-Evans.
Il titolo viene vinto per la prima volta da Jack Brabham
su Cooper, che vince anche il titolo costruttori.
Nel GP degli Stati Uniti si segna la prima vittoria in carriera per Bruce McLaren che fonderà il team McLaren uno dei più famosi e vittoriosi della Formula 1.
Per la prima volta nessun pilota campione del Mondo è presente in griglia, questo perchè sia Mike Hawthorn che Juan Manuel Fangio si ritirano al termine della stagione 1958.
Le prime donne in Formula 1
Vi chiederete cosa c'è di particolare in quest'immagine?
Molte donne oggi lavorano nel mondo della Formula 1, eppure all'epoca era difficile trovare una ragazza che passava i weekend a seguire il circus con un macchina fotografica.
Veramente inusale, come possiamo notare dall'espressione del ragazzo nella fotografia.
Solitamente le donne della Formula 1, all'epoca, erano le mogli e le fidanzate dei piloti che li seguivano in giro per il Mondo per festeggiare le loro vittorie.
Motorsport is dangerous
Negli anni '50 sono stati ben 12 i piloti morti durante un weekend di Formula 1, veramente tanti considerando che le gare in stagione erano la metà rispetto ad oggi.
Fortunatamente in questo caso Hans Hermann è riuscito a scampare da un incidente che poteva costargli la vita.
Durante il Gran Premio di Germania, Hermann, ha perso il controllo della sua vettura che è decollata ed ha iniziato a roteare, il pilota è riuscito ad uscire dall'abitacolo prima che l'auto ricadesse al suolo.
Gli anni '50, imprevedibili!
I piloti hanno un gran coraggio ma non sono da meno i fotografi che, forse incuranti del pericolo, si appostano ai lati della pista per catturare l'attimo migliore.
In quest'immagine possiamo vedere come un coraggioso fotografo offre una bottiglia d'acqua ad Harry Schell durante il Gran Premio del Portogallo.
Immagine inusuale, infatti, non si vede mai un pilota fermarsi ai bordi della pista, se non per un guasto, per evitare che le persone possano rischiare di farsi male e per non perdere tempo.